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Viene costituito il Corpo degli Alpini. 

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Fig.1

E’ noto che il gen. Giuseppe Perruchetti, nato a Cassano d’Adda (Milano) nel 1839, è stato il promotore dell’istituzione del Corpo degli Alpini. Solo da un uomo, a cui erano stati affidati gli studi per il problema della difesa nazionale, e che per tale motivo conosceva a perfezione le Alpi, poteva venire un’idea luminosa come quella di istituire  dei reparti speciali che, per il reclutamento dei componenti ed il loro particolare addestramento, fossero in grado di difendere adeguatamente i confini montuosi della nostra Patria. Nasce, così, nel 1872 il Corpo delle truppe di montagna, formato da elementi provenienti prevalentemente dalle regioni alpestri e vedremo che, grazie allo loro efficienza, alla fine della prima guerra mondiale le prime 15 compagnie saranno diventate ben 274, raggruppate in 88 battaglioni. Le prove di valore militare e di resistenza fisica prestato da questo Corpo, quasi leggendarie, hanno sempre destato ammirazione e sono entrate nella storia le gesta compiute nella prima e nella seconda guerra mondiale dagli Alpini in cui valore, solidarietà, altruismo ed efficienza,

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Fig.2

mescolandosi insieme, davano la dimensione altamente umana  e pregiata del soldato delle Alpi. Non meraviglia, quindi, che, finita la prima guerra mondiale, coloro che l’avevano vissuta in montagna desiderassereo non solo mantenere la memoria degli atti di valore compiuti dagli Alpini, ma anche conservare e perpetuare quel solidarismo che aveva permesso di superare difficoltà di ogni sorta in quattro anni di vita in trincea. 

 

 

 

Ed ecco l’A.N.A.!

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Fig.3

Il desiderio grande era di stare insieme anche in tempo di pace, così come si era stati in guerra. Nacque allora l’idea di dar vita ad un’Associazione che perpetuasse la meravigliosa fratellanza d’armi nata e cementata di fronte al pericolo a di fronte al nemico. Fu, così, che un gruppo di reduci dal fronte e dai campi di prigionia, nella primavera del 1919, propose e fondò a Milano l’Associazione Nazionale Alpini, detta poi ANA, con lo scopo di riunire anche in tempo di pace, finita la naja, tutti coloro che avevano portato la penna nera sul cappello alpino. Fondatore fu Arturo Andreoletti, decorato di una medaglia d’argento e di due di bronzo sul campo, che si era arruolato come soldato semplice e si era congedato, finita la guerra, da capitano del 7° Reggimento Alpini. 

  

Nasce l’ “L’Alpino” !

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Fig.4

Per diffondere la notizia della nascita dell’ANA ed anche stabilire e mantenere il collegamento con i soci si pensò di pubblicare a Milano due numeri unici: “Fiamme verdi” e “Ocio alla penna”. Ma è a Udine, presso l’8° Reggimento Alpini che, grazie a tre ufficiali subalterni, Italo Balbo, Enrico Villa e Aldo Lomasti (e con il consenso del loro comandante, il famoso colonnello Costantino Cavarzerani!) nel luglio 1919 viene pubblicato il giornaletto “L’Alpino”. Il giornaletto è fatto così bene che ovunque è diffuso viene tanto ben accolto, che dal 5 gennaio 1920 diventa il giornale ufficiale della nuova Associazione. Ciò non meraviglia poiché il periodico fin dagli inizi può contare sulla collaborazione di giornalisti e scrittori illustri e di illustratori celebri come Giuseppe Novello. 

 

Si muove anche Paluzza!

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Fig.5

Negli anni successivi al 1919, un po’ alla volta, grazie anche alla diffusione dell’organo ufficiale dell’Associazione, l’A.N.A. viene conosciuta ovunque e qua e là nelle zone di reclutamento del Corpo, prima nei centri più popolati e poi anche in quelli più piccoli della periferia, gli ex alpini si organizzano e fondano i gruppi, intitolati di solito a decorati al valore o  a luoghi caratterizzati, durante la grande guerra,  da gesta particolari dei reparti delle truppe di montagnaAnche gli ex alpini della Carnia, naturalmente, non potevano rimanere estranei a questa iniziativa poiché a centinaia avevano combattuto valorosamente sui vari fronti e tanti anche sui nostri monti, come il Pal Piccolo, il Pal Grande ed il Freikofel entrati ormai nella leggenda. Nel 1923 ad Arta, a Paluzza, a Tolmezzo ed a Villa Santina le ex penne nere e gli artiglieri di montagna si trovano numerosi per costituire quattro Gruppi. A Paluzza in tale anno (purtroppo non si conosce con precisione la data!) alla riunione di fondazione del Gruppo convengono alpini di tutti i Comuni dei dintorni per cui è naturale che esso assuma la denominazione ufficiale di “Gruppo Alpini dell’Alto But” e vuol subito caratterizzarsi con l’ impegnativo e significativo motto: “ALL’ERTA STO!”, come per manifestare il proposito degli ex Alpini di rimanere vigili scolte alle frontiere vicine della Patria. Il Gruppo rimarrà tale fino al 1927, quando i primi a staccarsi saranno gli alpini di Sutrio per costituire un Gruppo autonomo, nel mentre nel maggio 1938 si renderanno autonomi le penne nere di Treppo Carnico.

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Fig.6

Nel 1959 nasce a Cleulis il Gruppo intitolato al Caduto in Russia Delfino Primus e nel 1972 gli ex alpini di Timau, formanti Sottogruppo fin dal 1932, fondano il Gruppo “Monte Freikofel”. Ultimi a lasciare il Gruppo originario del 1923 saranno gli alpini di Cercivento che si costituiranno in Gruppo nel 1977. Nel 1923, attorno ai primitivi Gruppi già menzionati nasce a Tolmezzo anche la Sezione Carnica dell’Associazione Nazionale Alpini, che negli anni Trenta potrà contare ben 20 Gruppi aggregati, diffusi su tutto il territorio della Zona. 

 

 

Dal Gruppo “Alto But” al “Pal Piccolo” 

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Fig.7

Animatori della fondazione del Gruppo ANA “Alto But”, nel 1923, sono il sergente degli alpini Englaro Rinaldo e il M.o Lorenzo Craighero. Il primo è un ex combattente della prima guerra mondiale che ritorna dal fronte con una mutilazione che lo rende “invalido di guerra”. E’ una persona che sa stare con gli altri, gioviale, pieno di entusiasmo nell’organizzazione del Gruppo ed appassionato della montagna che ama percorrere per ogni dove, affrontando con temerità anche le pareti rocciose. Sarà proprio questa passione che lo porterà alla morte il 31 agosto 1932, ad appena 33 anni, a Castoia, in Comune di Paularo, precipitando dal Monte Tersadia che stava scalando. E’ ancora viva nella memoria di tanti la folla presente ai suoi funerali con i gagliardetti dei Gruppi Alpini  convenuti a rendergli onore. Anche il Maestro Craighero è un ex combattente, mutilato ed invalido di guerra, già ufficiale prima dell’8° Regg.to Alpini e poi del 2°, decorato con una  medaglia d’argento ed una di bronzo al valor militare. Il capitano Craighero sarà anche uno dei componenti del primo Consiglio della Sezione Carnica dell’ANA e negli anni Trenta collaborerà con l’on. Michele Gortani a con Don Tita Bulfon per conservare a Timau le salme dei Caduti sulle nostre montagne con la costruzione del Tempio Ossario. Soci fondatori del Gruppo furono anche Arcangelo Donada, Guglielmo

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Fig.8

De Franceschi, Giovanni Maier (Zaneto), Caufin Guido, Maieron Umberto (da Cane), il farmacista di allora dott. Dosso, Englaro Fausto, Maieron Desiderio (Lalo), Delli Zotti Evaristo ed altri di cui, purtroppo, non ci è pervenuto il ricordo. Ad Englaro Rinaldo nel 1932 succede come Capogruppo Guido Caufin, funzionario a Paluzza della Banca del Friuli, già sergente maggiore nella guerra 1915/18. La sua permanenza alla testa del Gruppo è breve, appena due anni, poiché si trasferisce per ragioni professionali  ad Asolo Treviso). E’ il sergente maggiore Arcangelo Donada che nel 1934 gli subentrerà nella carica di Capogruppo che terrà con competenza, entusiasmo e dedizione per ben 40 anni, fino al 1974. E’ sotto il periodo “Donada” che nel 1956 il Gruppo assume quello che è anche l’attuale

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Fig.9

denominazione di “Gruppo ANA Pal Piccolo”, e giustamente se si pensa quale posto abbia questo monte prestigioso nella storia dell’8° Regg.to Alpini e in quella locale. Nella stessa circostanza  il Gruppo vien dedicato alla memoria dell’alpino Ruggero Maier, caduto sul fronte russo nella seconda guerra mondiale e decorato di medaglia d’argento al valore militare. Nel 1974 Donada muore e la responsabilità di Capogruppo passa ad Ortis Renato, già combattente e prigioniero nell’ultimo conflitto che, da buon allievo del predecessore, darà anima e corpo nella conduzione del Gruppo per ben 20 anni fino al 1992. In tale anno sarà il Col. in ausiliaria Pietro Saldari che assumerà con molto impegno la carica, mantenendola fina al 2002 allorché passerà la responsabilità all’attuale Capogruppo Dario Scrignaro, essendo assai impegnato nelle Presidenza

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Fig.10

della Sezione Carnica dell’ANA. Questo in breve il succedersi dei Capigruppo alla testa del “Pal Piccolo”. Sono essi che con la loro sagacia, operosità, competenza e generosità hanno permesso all’Istituzione, che oggi festeggiamo, di agire in 80 anni di vita per attuare gli ideali di amore per la propria Terra e di solidarietà fra gli uomini sempre propugnati e sostenuti dall’Associazione Nazionale Alpini. Vogliamo ricordare con loro anche tutti i Soci che nei vari Consigli Direttivi hanno collaborato con fedeltà alle finalità del Gruppo. 

 

 

 

 

Fig.1) L’alpino Osvaldo Puntel (Xoti) nella caratteristica divisa di fine Ottocento.
Fig.2) Giugno 1923 - Una delle più vecchie fotografie del Gruppo Alpini Alto But - I Soci fondatori del Gruppo ANA “ALTO BUT”. L’alfiere è l’alpino Evaristo Delli Zotti, nonno del socio-consigliere Armando.
Fig.3) 5 aprile 1926 - Qui i soci posano in un prato a Casteons dopo l’assemblea annuale.
Fig.4) L’ultimo a destra, in piedi, è l’alpino De Franceschi Francesco (Checut) con i componenti del suo plotone negli anni Venti.
Fig.5) Maieron Giacomo “Pacai” (classe 1897), baldo alpino dell’Infermeria dell’8° Regg.to Alpini.
Fig.6) Paluzza 24 maggio 1930 - Viene inaugurato il Tempietto ai Caduti, in Piazza S. Giacomo, con annessa la nuova Scuola d’Avviamento Professionale.
Fig.7) Berlino- Primi di novembre 1943 - Gli Alpini internati Renato Ortis e Nino Cengarle ritratti di fronte al Raskeller.
Fig.8) 1959 - Viene costituito a Cleulis il nuovo Gruppo ANA “Primus Delfino”. Dopo la S.Messa posano, davanti alla Chiesa, le autorità convenute. Al centro il gen. Alvio Della Bianca e (terzo da destra) il gen. Del Din
Fig.9) Paluzza 8 novembre 1959 - Il Capogruppo Donada porge l’ultimo saluto al socio defunto Alpino Gustavo Pagavino.
Fig.10) Anno 1973 - Paluzza - Durante la Messa al campo nella Caserma Maria Plozner Don Giacomo Fabris benedice il nuovo gagliardetto. E’ madrina la signora Luisa Brunetti che ha accanto l’alpino Enrico Englaro “Frisot”.